Mercoledì 16 gennaio – ore 21.15
Sala Ovale di Palazzo Banci Buonamici – Via B. Ricasoli 17
Presentazione del libro
Antiche Villeggiature
Val di Bisenzio e Montepiano tra Ottocento e Novecento
di Annalisa Marchi, Alessia Cecconi, Luisa Ciardi e Cinzia Bartolozzi
Serata a cura della Fondazione CDSE
Ingresso libero
La Toscana delle antiche villeggiature riemerge grazie a questo progetto, dedicato a quei borghi dell’Appennino settentrionale che, dalla seconda metà dell’Ottocento, furono amati luoghi di soggiorno estivo e vacanze borghesi.
È in questo scenario che il fascino della natura della Val di Bisenzio e di Montepiano iniziò ad attrarre turisti, escursionisti e villeggianti dalla Toscana e da tutta l’Italia (in alcuni casi anche dall’estero). Ne nacque una moda che si aggiunse alla secolare frequentazione da parte delle famiglie signorili fiorentine che trascorrevano i periodi estivi nelle sontuose ville-fattorie di campagna della Valle.
Tra i promotori delle escursioni in Val di Bisenzio e della sua valorizzazione la Sezione Fiorentina del CAI, tra cui si distinse Emilio Bertini, e la neonata Società Alpina di Prato (fondata nel 1885 proprio dal Bertini). Per la ricerca di questo progetto e la stesura del testo ha rivestito un ruolo fondamentale l’archivio storico della nostra Sezione.
La Fondazione CDSE, con il sostegno della Regione Toscana e la collaborazione dei comuni di Vernio, Vaiano e Cantagallo, finalmente riporta alla luce una storia di grande suggestione e attualità, grazie ad anni di ricerca in archivi pubblici e privati e a una lunga e capillare campagna di memoria partecipata. Questo progetto ne è il frutto, un affresco composto da una pubblicazione, eventi, mostre, passeggiate, itinerari sul territorio, grazie ai quali riprendono vita la Valle, la comunità di allora e un’intera epoca, anche attraverso un eccezionale, e in gran parte inedito, apparato iconografico.
Alla fine dell’Ottocento la Val di Bisenzio offriva infatti tutto ciò che si poteva desiderare per la villeggiatura, in un suggestivo intreccio tra cultura romantica e positivista: natura incontaminata, rovine medievali, villaggi sperduti, ma anche aria tersa, fonti salubri e ottimo cibo. Con l’arrivo dei villeggianti comparvero locande, trattorie e i primi affittacamere e furono pubblicate guide con itinerari e indicazioni. Fin quando poi fu completato il tratto finale della strada che univa Toscana ed Emilia attraverso Montepiano e fu messo fine all’isolamento di secoli di una zona ricca di fascino.
Per i decenni a venire la Val di Bisenzio avrebbe richiamato italiani e stranieri, letterati ed artisti, industriali e scienziati, personaggi che spesso lasciarono nei loro scritti pubblici e privati tracce importanti della loro villeggiatura. Montepiano, che si arricchì di ville e villini e ospitò anche numerose colonie terapeutiche, visse proprio allora la sua belle époque, frequentata com’era da celebrità ed esponenti di spicco della comunità ebraica, a cominciare dalla famiglia degli antifascisti fratelli Rosselli.
Con l’avanzare del Secolo Breve il mondo delle antiche villeggiature era destinato a mutare, prima con la costruzione della Direttissima, poi con la promulgazione delle leggi razziali e il passaggio della guerra. Fino all’estate del 1944, quando, al posto dei villeggianti, salirono ai borghi montani valbisentini gli sfollati e i profughi.