L’Appennino Pratese
Quello che comunemente è chiamato Appennino Pratese si estende dall’Acquerino a Montepiano tra le vallate del Bisenzio e del Limentra. A nord di Prato si trovano vari rilievi di media altitudine, fra i quali i più importanti sono i Monti della Calvana, il Monte Ferrato e il Monte Spazzavento, mentre a sud si sviluppano i rilievi del Montalbano.
Monti della Calvana
La Calvana si estende tra l’Autostrada del Sole e la valle del Bisenzio. E’ una vera e propria catena montuosa, scostata dall’Appennino, sia geograficamente che morfologicamente.
L’origine della catena può essere ricondotta a un processo di sedimentazione, iniziato 100 milioni di anni fa.
Circa 45 milioni di anni fa, ha avuto inizio il processo di sollevamento (ancora in atto); l’attuale posizione risale ad oltre 5 milioni di anni.
La Catena della Calvana, prende corpo da Montepiano prosegue con il Monte Maggiore (916 metri) e termina in località La Querce.
Nel 2003, le provincie di Prato e Firenze hanno costituito l’area protetta, di interesse locale, della Calvana. L’estensione dell’area è di 4.500 ettari.
La Calvana è caratterizzata da un terreno carsico e dalla presenza di numerose grotte. È rivestita per la maggior parte da boschi di carpino, cerro e quercia, mentre alcune zone a bassa altitudine sono coltivate ad uliveti; il crinale è occupato da pascoli dove è facile trovare la Calvanina, una razza di mucca autoctona a rischio di estinzione.
Monte Ferrato
Il Monte Ferrato si trova a ovest del fiume Bisenzio.
Fa parte del pre-appennino pratese e riveste una particolare importanza per la sua natura geologica: è ricco di serpentina, roccia molto compatta con una vasta gamma di colori che va dal nero al blu con riflessi metallici, con gradazioni di colore verde sempre più chiaro fino all’oliva acerba: è chiamata “verde di Prato” ed è quella che ha reso famoso il Monte Ferrato, perché è stata molto usata nell’architettura monumentale del periodo romanico-gotico e del primo Rinascimento.
La prima applicazione artistica di questo materiale la si può vedere nello splendido pavimento dell’abbazia pratese di S. Fabiano; viene usata poi in opere come il Duomo e il Battistero di Firenze e il Duomo di Prato.
Il Monte Ferrato è formato da tre cime: il Poggio Ferrato (m 420), massima elevazione, detto anche Monte Chiesino perché qui anticamente si trovava una piccola chiesa, prosegue nel Monte Mezzano (m 398), sulle cui pendici si trovano le cave del serpentino o marmo verde di Prato di cui abbiamo detto sopra, e termina nel Monte Piccioli (m 362).
Monte Spazzavento (o Monte le Coste)
Il Monte Spazzavento (529 m. s.l.m.), detto anche Monte Le Coste, si trova in posizione panoramica tra la città di Prato e la Val Bisenzio: è famoso soprattutto perché sulla sua vetta si trova il Mausoleo che contiene le spoglie del famoso scrittore Curzio Malaparte.
Il monte è brullo, pietroso e la vegetazione molto scarsa: il Mausoleo ci appare protetto dai venti freddi del nord da un muretto ed è preceduto da una breve scalinata; la tomba consiste in un grosso sarcofago di pietra locale che reca incisi il nome Curzio Malaparte e l’anno della sua nascita (1898) e della sua morte (1957).
Il Mausoleo è stato costruito nel 1961 per onorare la volontà dello scrittore.
La Riserva Naturale Acquerino – Cantagallo
La Riserva Naturale Acquerino-Cantagallo si estende per 1.726,06 ettari tra il Comune di Cantagallo (PO) e quello di Sambuca Pistoiese (PT), interessando una fascia appenninica molto estesa, compresa tra i 450 metri e i 1.204 metri sul livello del mare e comprende in gran parte grandi foreste formate principalmente da faggete e castagneti, ma anche felceti e conifere.
Da non perdere la valle delle Barbe quasi al centro della foresta demaniale dell’Acquerino – Luogomano, dove si alternano faggete, piante resinose e prati o pascoli dove è facile scorgere branchi di cervi al pascolo, la Cascina di Spedaletto con i suoi boschi di faggi secolari, la valle del Carigiola, i castagneti da frutto ancora in coltivazione nella zona di Migliana e il maestoso Faggione di Luogomano che spicca tra le tante piante monumentali e ha una chioma di circa 600 metri quadrati.
In quest’oasi naturale vivono animali come il capriolo, il cinghiale, la volpe, la faina e l’istrice, ma anche uccelli come il picchio muratore, la cinciallegra, il cuculo e la poiana e i fiumi sono ricchi di trote, ghiozzi comuni, barbi e gamberi d’acqua dolce.
Nel paese di Cantagallo si trova il Centro Visite della Riserva, a cui ci si può rivolgere per avere informazioni e organizzare escursioni.
Montalbano
L’area del Montalbano si estende per oltre 15.000 ettari nella zona compresa tra le province di Firenze, Pistoia e Prato.
Il paesaggio dominante è quello collinare con viti in pianura e in alcuni terrazzamenti, olivi sulle pendici più alte e boschi di castagni sulle sommità.
I Centri più importanti del Montalbano, dal lato pratese, sono Carmignano, Poggio a Caiano e Artimino, questi ultimi due con le rispettive ville medicee.
L’area del Montalbano è particolarmente adatta per escursioni senza grandi dislivelli che si possono effettuare su una estesa rete di percorsi i quali raggiungono località collinari immerse nel verde, siti archeologici, boschi antichissimi come il lecceto di Pietramarina.
Rifugio CAI
In località Pian della Rasa si trova il Rifugio Pacini (m 1001), gestito dal CAI Prato, punto di passaggio e di partenza per svariati itinerari escursionistici.
Completamente ristrutturato, di classe A, dispone di 24 posti letto, è attrezzato con una cucina per la preparazione di pasti caldi.
Il CAI Nazionale sta portando a termine il Catasto dei sentieri di tutta Italia.
Ogni Sezione locale ha provveduto a tracciare i propri sentieri, con sistemi di rilevamento GPS, inserendoli poi su OpenStreetMap (progetto collaborativo finalizzato a creare mappe del mondo a contenuto libero), i contenuti verranno poi importati su Infomont, la cartografia on-line ufficiale dei sentieri CAI.
Il territorio è stato suddiviso, per zone territoriali omogenee, in Aree e Settori; quello della Provincia di Prato è diviso in due: a Nord della Ferrovia Firenze-Pistoia è compreso nell’Area N – Settore 4, mentre a Sud nell’Area C – Settore 8.
Una conseguenza di questa suddivisione è che tutti i sentieri saranno contraddistinti da tre cifre, la prima delle quali individua il Settore di appartenenza. Pertanto, per esempio, l’attuale sentiero 20 in Calvana, prenderà il numero 420, mentre il sentiero 01 del Montalbano prenderà il numero 801.
Nell’occasione sono state studiate e predisposte alcune modifiche e rettifiche al tracciato degli attuali sentieri, che si sono rese necessarie per il miglioramento dell’accessibilità e della percorrenza.
I sentieri dell’Appennino Pratese sono rappresentati su una carta in scala 1:25.000 predisposta dal CAI di Prato, che riporta il loro sviluppo, la numerazione e i luoghi di interesse.
Il Catasto Nazionale e la nuova numerazione presuppongono anche la necessità di adeguamento di tutta la segnaletica e della cartografia; esigenze queste dettate anche dal fatto che l’attuale segnaletica necessita di essere migliorata anche dal punto di vista dell’impiego di materiali più adatti a resistere nel tempo, mentre le attuali carte escursionistiche sono in esaurimento e non contengono le modifiche resesi necessarie nel tempo.
La Sezione Emilio Bertini di Prato opera sulla rete sentieristica di tutta la Provincia di Prato, con uno sviluppo complessivo di circa 470 km, mentre i luoghi di posa della segnaletica sono circa 300.
Il CAI svolge una continua attività di programmazione e di realizzazione di interventi per mantenere percorribili e più segnalati i nostri sentieri, attraverso le azioni di volontariato dei propri soci iscritti.
Le attività svolte sono quelle di:
- Tenere aggiornato il catasto sentieri;
- Realizzazione di nuovi sentieri e modifica dei sentieri esistenti;
- Sviluppare l’informatizzazione della rete sentieristica e della segnaletica, nonché la relativa cartografia;
- Individuare i materiali e le metodologie per l’esecuzione degli interventi e le procedure per la loro rendicontazione;
- Tenere l’inventario degli attrezzi e curarne il deposito;
- Raccogliere le segnalazioni sullo stato manutentivo dei sentieri e della segnaletica e conseguentemente programmare e coordinare gli interventi da effettuare, individuando e acquisendo gli strumenti necessari a tale scopo;
- Promuovere iniziative per la valorizzazione del territorio e lo sviluppo dell’escursionismo;
- Formare e aggiornare gli operatori addetti alla manutenzione;
- Eseguire gli interventi per la manutenzione e segnaletica della rete sentieristica;
- La gestione del rifugio Pacini.