L’ABISSO DI FOCE LUCCICA
Un giovedì sera, al gruppo, trovo una strana riunione nel magazzino speleo dove si parla di spezzoni di corda lunghi 150 metri (!?) e, convinto di sognare o non aver capito bene, mi avvicino incuriosito al gruppetto…
C’è qualcosa di grosso che bolle in pentola! Si sta infatti preparando l’esplorazione dell’Abisso di Foce Luccica, un bell’abisso apuano che attualmente raggiunge i -400 m.
Questo abisso è ben conosciuto degli speleologi Pratesi che già nel ’95 erano riusciti, forzando una frana, a trovare una ulteriore prosecuzione che per il momento termina davanti ad un sifone…
Ma questa grotta, secondo me, ha anche qualcosa di più delle altre: il pozzone da 115 metri che si trova subito dopo l’ingresso!
Si tratta di una maestosa verticale che, con la sua forma che scampana, ci porta in fondo con un unico tiro di 115 metri di corda nel vuoto assoluto!
Questo pozzo, sebbene incuta un forte timore iniziale per le sue dimensioni, finisce però per ripagare lo speleologo che poi, con pazienza, lo dovrà risalire…
Il pozzo, date le sue dimensioni, si illumina solo nella sezione che attraversiamo e quindi abbiamo buio totale sopra e sotto… un vero deserto verticale!
Nella penombra appena rischiarata dalla frontale si notano le pareti umide e lisce di questo fusoide di marmo e tutta la storia raccontata dagli strati della roccia che, come scalini ideali, ci accompagnano attraverso il pozzo e le ere geologiche!
La risalita del pozzo dura, in media, 45 minuti; poco davvero se confrontata al tempo che c’è voluto alla natura per costruirlo!
Chi lo vuole risalire con “spirito speleologico”, potrà beneficiare di una autentica “crescita personale” che prima ci renderà consapevoli della nostra limitatezza nello spazio e nel tempo ma poi, così ridimensionati, ci renderà orgogliosi di partecipare a quell’eterno respiro verso l’infinito che la montagna compie attraverso le sue cavità!
Provare per credere e… ciascuno secondo la propria sensibilità ovviamente!
In ogni caso, questa discesa richiede una buona padronanza di sé e delle tecniche di progressione speleologiche: la Speleologia del resto non è la ricerca del pericolo ma l’esplorazione del mondo sotterraneo e di noi stessi!
Ma ritorniamo al nostro agguerrito gruppetto in magazzino…
Com’è possibile!… Non si trovano cinque o sei persone disponibili per l’esplorazione e il trasporto del materiale fino alla grotta!?…
Io non sono certo di potermi spingere a quelle profondità ma alla fine decido di offrirmi come “portatore” insieme ad Alessandro, un volonteroso speleo fresco di corso.
E così, sabato pomeriggio, ci ritroviamo a salutare, in fondo al pozzone, Paolo, Andrea e Fabio che durante la notte continueranno ad armare la grotta fino ad “esaurimento corde”.
Noi, intanto, guardando sgomenti dal basso la verticale che ci sovrasta, ci concentriamo sulla risalita ma… con lo sguardo seguiamo le luci dei nostri compagni che si allontanano in profondità e… pensiamo già alla prossima volta!
Anche noi torneremo ad esplorare Foce Luccica!
Marino Mastrorosato