Piccola rubrica dedicata alla montagna pratese e al trekking pubblicata su Pratosfera, scritta dal nostro socio Giovanni Ravalli e curata dal CAI di Prato.
Con questa puntata concludiamo la nostra mini-guida sull’approccio alla montagna; con la speranza di aver fornito un quadro esauriente di nozioni utili a preparare un’uscita sui nostri monti in tutta sicurezza, intendiamo salutarvi richiamando all’osservazione di alcune norme di civiltà, che siamo sicuri molti di voi daranno ovviamente per acquisite.
- Rispetto per l’ambiente: non dimentichiamo mai che siamo ospiti della natura e perciò evitiamo ogni comportamento che possa rovinare o alterare l’ambiente (non abbandonare rifiuti di alcun tipo, non prelevare esemplari di specie protette, non accendere fuochi…);
- Rispetto per gli animali: qualora incontrassimo qualsiasi esemplare di animale selvatico evitiamo di spaventarlo e in caso di cuccioli non cerchiamo alcun tipo di contatto con loro; ciò potrebbe provocare l’abbandono da parte della madre;
- Rispetto per i compagni di escursione: come abbiamo già ricordato in precedenza moderiamo la velocità e la difficoltà dell’escursione in funzione degli escursionisti meno allenati; non stiamo partecipando ad una gara;
- Rispetto per le persone che si incontrano: in montagna si saluta sempre, non ci sono estranei. Se ci vengono chieste informazioni sul percorso, cerchiamo di aiutare sulla base delle nostre conoscenze e con gli strumenti che abbiamo a disposizione; evitiamo assolutamente di dare indicazioni delle quali non siamo certi;
- Rispetto per il lavoro di chi vive in montagna: se ci troviamo in prossimità di un pascolo evitiamo di attraversarlo se non necessario; non oltrepassiamo le recinzioni ed evitiamo contatti con gli animali (per altro dove ci sono bestie al pascolo ci sono anche i cani da guardia!);
- Rispetto per la tranquillità del luogo: evitiamo di produrre rumori o schiamazzi inutili;
- Rispetto per te stesso e per chi lavora per la tua sicurezza: mettiamo in pratica tutto quanto indicato nelle puntate sulla preparazione di un’uscita; scelte azzardate potrebbero esporre a rischi notevoli noi, i nostri compagni di escursione e infine le persone preposte al nostro soccorso;
- Rispetto per le persone che lasciamo a casa: comunichiamo accuratamente ai familiari l’itinerario che andremo a percorrere;
- Rispetto per la funzione e le norme dei rifugi: manteniamo un comportamento corretto e rispettoso; non siamo in un ristorante, ma in un luogo dove altri si stanno riposando in attesa di rimettersi in marcia;
- Rispetto per bivacchi e rifugi incustoditi: un bivacco, anche se incustodito, può rappresentare in condizioni di emergenza un riparo fondamentale per la nostra incolumità, quindi usufruiamone senza lasciare traccia e se possibile lasciamo qualche genere di conforto utile a chi ci passerà dopo di noi.
Sfruttiamo infine le ultime battute a nostra disposizione per un piccolo focus sulle zecche, che abbiamo dimenticato di accludere tra i pericoli possibili di una gita in montagna.
Vista la grande presenza di animali selvatici, il numero di questi minuscoli artropodi parassiti risulta purtroppo in costante aumento e non è infrequente trovarsene una addosso durante l’escursione, o peggio qualche ora dopo già ben conficcata nella nostra pelle.
Detto che nelle nostre zone non risultano essere portatrici di TBE (encefalite da zecca), possono comunque trasmettere la Malattia di Lyme, che se non riconosciuta e curata in tempo può portare a gravissimi disturbi anche a distanza di mesi. Il consiglio è quindi di vestirsi sempre con pantaloni lunghi anche in estate e possibilmente di colore chiaro e di controllarsi bene a casa anche negli angoli più reconditi del nostro corpo.
In caso se ne scopra una, va estratta con le apposite pinzette tirandola con delicatezza e facendola ruotare come per svitarla, stando attenti a non schiacciarla; qualora il rostro rimanga conficcato nella cute, ripulire la zona con un ago debitamente sterilizzato.