Nell’anno del turismo lento, e quindi a buon diritto anche dei cammini e dei trekking di più giorni a carattere storico-naturalistico, fa piacere constatare come la neonata
Via della Lana e della Seta
stia riscuotendo un notevole successo di partecipazione, come risultato evidente anche dai numerosi pernottamenti avuti nelle strutture ricettive della Val Bisenzio in occasione del lungo ponte di fine aprile – inizio maggio appena trascorso.
Per i pochi che non lo sapessero l’itinerario in questione collega in sei tappe le città di Bologna e Prato (accomunate in passato dalla presenza di fiorenti distretti tessili sorti grazie allo sfruttamento dell’energia idraulica), e vede il supporto logistico-organizzativo delle sezioni CAI di Bologna e Prato.
Salutando con piacere i frutti di una collaborazione interprovinciale anche a livello amministrativo, facciamo un salto indietro di 140 anni fermando le lancette del tempo alla data dell’8 giugno 1879. In quella data, nella località di Montepiano avvenne infatti un evento a suo modo epocale e per certi versi prodromico della collaborazione attuale; si incontrarono infatti le sezioni di Bologna e Firenze del Club Alpino Italiano per un’adunanza che vide poi la prosecuzione delle due comitive assieme fino a Prato e poi a Firenze. Di questo evento abbiamo una dettagliata descrizione grazie ad Antonio Modoni, che prese parte alla spedizione come socio e attivista della sezione bolognese del CAI, il quale dette alle stampe nel 1881 “A traverso gli Appennini – Da Bologna a Firenze“.
L’incontro di Montepiano ci permette un focus abbastanza dettagliato sullo stato della sezione fiorentina ed in particolare del nucleo pratese, capeggiato dal ‘nostro’ Emilio Bertini, quando mancano ormai pochi anni alla costituzione della sezione laniera che si renderà autonoma nel 1885. Pur emergendo con la grandezza quasi di uno statista la figura di Richard Henry Budden, presidente inglese della sezione fiorentina e figura di spicco del Club Alpino Italiano a livello nazionale, colpiscono le parole usate dal Modoni per descrivere la solerzia e la dedizione alla causa dei nostri concittadini:
«L’ing. Bacci, i professori Bertini ed Alessandri del Collegio Cicognini, facevano gli onori di casa per il diritto acquistato con parecchi giorni di pensieri e di noie affine di apprestarci una ospitalità decorosa e solerte. -Avevano fatto venire ogni cosa da Prato, credo fino il sale. E si, che Prato è lontanuccio! Eppure questi tre bravi signori diressero e prepararono ogni cosa ammodo, facendo insomma dei miracoli quasi da uguagliare l’eremita Pietro fondatore della Badia».
A fronte di tanto impegno profuso dal Club Alpino Italiano per la diffusione della conoscenza del ‘nostro’ Appennino, iniziato in realtà già da qualche anno, l’adunanza del 1879 e la relativa traversata esplorativa da Bologna a Firenze rappresentano un punto di svolta per Montepiano e per le montagne della Val di Bisenzio, se già nella relazione di Budden tenuta alla fine dello stesso anno si registra un significativo aumento di presenze nella località in questione, che porterà in breve all’inaugurazione della prima struttura alberghiera nel 1882 ad opera di Michele Gemmi, altro socio della sezione fiorentina del CAI.
A tal proposito tornano alla mente le parole con le quali Bertini soltanto un anno prima, nel 1878, descrive quasi con irritazione l’atteggiamento dei locali nei confronti dei potenziali turisti:
«guardano con aria di persona stupefatta il forestiero che visita i loro paeselli, e invece di adoperare ogni mezzo per rendergli più gradito il soggiorno, sì che gli resti il desiderio di ritornarvi o mandarvi altri, si meravigliano che trovi bello e gradevole un luogo di montagna».
Per approfondire l’argomento si suggerisce la lettura del volume miscellaneo “Antiche Villeggiature – Val di Bisenzio e Montepiano tra Ottocento e Novecento“, pubblicato dalla Fondazione CDSE nel 2018.
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