Venerdì 24 Aprile – ore 21.00
Replica Sabato 25 – ore 17.30
“La Montagna a casa”: dal 21 al 26 aprile
Appuntamento a martedì sera alle ore 21.00 con la quarta settimana (21-26 aprile) de “La Montagna a casa”, la rassegna online di cinema di montagna del Club alpino Italiano.
L’iniziativa è frutto della collaborazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino, che si aggiunge a quella di Sondrio Festival – Mostra internazionale dei documentari sui parchi – e Parco Nazionale dello Stelvio e, oltre ai consueti appuntamenti serali, si arricchisce di una sorpresa per domenica 26 con un viaggio nella storia del cinema di montagna.
ITACA NEL SOLE. CERCANDO GIAN PIERO MOTTI
Venerdì 24 aprile ore 21
Replica sabato 25 aprile ore 17:30
Produzione: Stuffilm
Regia: Natale Fabio Mancari, Tiziano Gaia
Soggetto: Tiziano Gaia
Sceneggiatura: Tiziano Gaia, Fabio Mancari
Durata: 76’
Paese: Italia
Anno: 2018
Interpreti principali: Alessandro Gogna, Ugo Manera, Enrico Camanni, Guido Morello, Alberto Re, Andrea Gobetti, Piero Pessa e con Marzio Nardi, Cristian Brenna, Federica Mingolla.
Film realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Montura, InMovimento, Grivel
Itaca nel Sole è una via di arrampicata aperta sulle pareti di granito della Valle dell’Orco, in Piemonte. Tra gli scalatori, la sua fama è dovuta non tanto alla pur notevole difficoltà tecnica, ma alla carica simbolica che ancora oggi, a oltre 40 anni dalla sua scoperta, fa presa su legioni di climbers ed appassionati. L’immagine di Itaca è legata alla figura di Gian Piero Motti. Alpinista, scrittore e filosofo della montagna, Motti ha incarnato i dubbi e le ansie di una generazione al bivio. Nato a Torino nel 1946, cresciuto negli anni incerti del dopoguerra, il giovane Motti si è avvicinato all’alpinismo respirando il clima rigido e severo delle scuole di arrampicata, dei miti eroici alla Giusto Gervasutti. Dopo il ’68 tutto è cambiato. Pur non coinvolto nelle forme più evidenti della contestazione, Motti ha elaborato una nuova visione della montagna, mescolando classicismo e ribellione, prestazione fisica e simbolismo, profondità e leggerezza. Alla sua personalità complessa e carismatica viene unanimemente riconosciuto un ruolo di maestro e precursore: il suo nome rimane scolpito non solo sulle pareti del Caporal, brillante risposta all’epopea americana del Capitan, ma soprattutto nei suoi scritti, a iniziare dalla monumentale, e tuttora insuperata, “Storia dell’alpinismo”. Muore il 21 Giugno 1983, a soli 37 anni.