Storia
“…in corrispondenza di un’altra spalla a quota 1.529 si scorge un lunghissimo diedro che si perde tra strapiombi. Al di sopra di questi è una cengia erbosa, che a sinistra attinge alla Cresta di Nattapiana…” ; “….un canale-rampa giallastro, proveniente dal basso, obliquo verso sinistra. È probabile che detto canale possa essere risalito fin dalla base della parete…”
Sono state queste poche righe lette sullo storico libro Alpi Apuane CAI-TCI del 1979 di A. Nerli che hanno fatto scattare in noi la curiosità di andare a esplorare questo angolo di parete più defilato della nord del Pizzo d’Uccello. Dopo diverse giornate di scalata e di esplorazione, dovute sia alla ricerca dei punti deboli della parete che allo sviluppo di oltre 1.000 metri di via, alle ultime luci del tramonto del 30 giugno 2018 abbiamo finalmente terminato questo nuovo itinerario.
In sintesi possiamo dividere la via in tre parti:
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Parte bassa: prime 9 lunghezze (denominata “Ombre di pietra” per i giochi dell’ombreggiata sulla roccia) che risalgono il grosso canale lisciato dall’acqua fino al sentiero Zaccagna. Arrampicata prevalentemente su placca.
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Parte mediana: 9 lunghezze (denominata “Centrale della fessura strapiombante”); inizia dopo un facile trasferimento di circa 60 metri dal sentiero Zaccagna e alterna placche a brevi muretti per arrivare al tratto chiave della via. Arrampicata esposta e impegnativa per fessura strapiombante, rampa obliqua e traverso esposto a sinistra fino al lungo e facile traverso che porta al centro del catino sopra gli strapiombi.
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Parte alta: 7 lunghezze sul bel “Diedro Giallo”, citato da A. Nerli, che si conclude poco prima di incontrare l’uscita del Costone Alberato e poi da qui alla cengia erbosa che su terreno infido apuano conduce alla Cresta di Nattapiana.